Pietransieri dista circa 33 Km da Barrea. Barrea è un comune italiano di 769 abitanti della provincia dell'Aquila in Abruzzo. Appartiene alla Comunità Montana Alto Sangro e Altopiano delle Cinque Miglia. È una località turistica molto nota grazie alla presenza del lago e al fatto di essere uno dei centri principali del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise.
Barrea é uno dei principali comuni del Parco Nazionale d'Abruzzo, il "capostipite" dei parchi nazionale italiani ed oggi fonte di grande richiamo turistico. Il suo territorio è un autentico caleidoscopio di bellezze naturalistiche che vanno dai paesaggi di montagne e foreste a perdita d'occhio alla presenza discreta e suggestiva di specie floro-faunistiche altrove scomparse. Una corona di montagne solenni la chiude da ogni versante, culminando nei 2249 mt. del Monte Greco. I fianchi dei massicci sono coperti di foreste a prevalenza di faggio e solcati di corsi d'acqua, quasi tutti tributari del fiume Sangro che, sbarrato alla fine della valle da una diga, ha creato un lago artificiale di ulteriore suggestione estetica, oggi unico specchio d'acqua abruzzese parte della convenzione Ramsar. Dal centro abitato o poco fuori di esso partono itinerari naturalistici che consentono di raggiungere, con vari livelli di difficoltà, le mete più importanti di questo angolo di Parco: il Lago Vivo, il Rifugio di Forca Resuni, il Lago Pantaniello.
Il nome Barreiam è documentato nel 1150-1165 e richiama una base prelatina *barr- che potrebbe significare "burrone", "dirupo". Il centro abitato di Barrea nella sede attuale è stato fondato intorno all’anno mille. Prima di questa data è opportuno far riferimento ad un contesto territoriale più ampio tradizionalmente identificato con il nome di “Vallis Regia”. Nella Vallis Regia sono state esplorate diverse necropoli risalenti ad un periodo che va dal VII secolo a.C. al IV secolo a.C. Tali ritrovamenti hanno confermato la presenza nella valle di popolazioni sannitiche. Con la fine delle guerre sannitiche inizia la lenta romanizzazione del territorio con cambiamenti profondi dal punto di vista sociale, economico e culturale che porteranno nel I° secolo a.C. alla piena cittadinanza romana. Nel periodo imperiale, nella Vallis Regia si consolida un'economia basata sulla pastorizia transumante verso il territorio dell'odierna Puglia settentrionale. La decadenza economica e socialeiniziata già nel basso impero, prosegue con le devastazioni della guerra greco-gotica e la conquista longobarda. In questo periodo, nella Vallis Regia, a un’iniziale cristianizzazione fa seguito, come nel resto dell’Abruzzo, una fase di spopolamento e abbandono che ha termine solo con il diffondersi del monachesimo benedettino. Negli anni seguenti, il potere monastico viene eroso dalle pretese della nobiltà feudale. I di Sangro diventano i primi feudatari di Barrea, seguiti dai Caldora e dai D’Afflitto. L’economia della valle riceve un forte impulso dalla ripresa dell’industria armentizia, promossa inizialmente dai normanni e regolamentata da Alfonso I d’Aragona nel 1447 con l’istituzione della Dogana della mena delle pecore in Puglia e la riapertura dei tratturi.
Le testimonianze più antiche di forme di culto dei morti nel territorio di Barrea sono le inumazioni della necropoli arcaica di Colleciglio risalente al VI-VII secolo a.C.. Le indagini archeologiche sul sito hanno permesso di ricostruire alcuni aspetti dei riti funebri dei più antichi abitanti della valle.
Il centro storico di Barrea si è sviluppato come borgo fortificato a partire da un nucleo originario costituito dallo Studio e dagli edifici circostanti. Il borgo è un esempio notevole di incastellamento a scopo difensivo tipico della fine del primo Millennio, fenomeno nato come reazione all'insicurezza causata dalle scorrerie dei Saraceni e degli Ungari. La struttura urbanistica del centro è rimasta sostanzialmente immutata nel corso dei secoli con una cinta difensiva formata da case-mura prive di aperture verso l'esterno e dotata di due soli accessi ben difesi.
Dedicata al patrono San Tommaso Apostolo, fu edificata nel 13° secolo e consacrata il 2 aprile 1300 da Giacomo, vescovo di Trivento. Più volte danneggiata e rimaneggiata nel corso dei secoli, attualmente presenta una pianta a tre navate e un interno decorato con stucchi e dorature in stile barocco Luigi XV.Affrescata nella seconda metà del 700 da Paolo Gamba da Ripabottoni (affreschi in parte perduti). All'interno si possono ammirare gli altari con tarsie in marmi policromi e bassorilievi, un crocifisso ligneo e confessionali del 700. Sulla facciata principale è presente un portale tardo-rinascimentale in pietra locale. Il campanile è stato ricostruito nel 1710 dopo che il precedente era crollato a causa di un terremoto. È stata gravemente danneggiata da un incendio nel corso della II Guerra Mondiale e dal terremoto del 1984.
La chiesa fu edificata la prima volta nel XIV secolo e consacrata nel 1345 da Andrea da Valleregia, vescovo di Larino, in località Baia, probabilmente sui resti di un edificio di culto più antico. Nel 1950, trovandosi sotto il livello d'invaso del nascente lago artificiale, fu ricostruita nella posizione attuale, con struttura identica all'originale e riutilizzandone gli elementi architettonici principali tra cui il portale e gli altari.
Raro esempio di convento fortezza, lo Studio fu edificato intorno all'anno Mille da monaci benedettini per scopi difensivi dopo la distruzione del monastero di S. Michele Arcangelo in Barreggio da parte dei saraceni. L'edificio, già in stato di abbandono, ha subito gravi danni a causa del terremoto del 1984, che ha provocato il crollo della parete nord. Nell’inverno 2006 la struttura ha subito un nuovo cedimento che ha portato al crollo di parte della parete ovest.
Costruito dai feudatari Di Sangro nell’XI° o XII° secolo, il castello comprende una torre a pianta quadrata più antica e una torre a pianta circolare aggiunta nel XV° secolo per controllare l'accesso principale del paese. Le torri sono collegate da mura che nel complesso formano una struttura difensiva a pianta irregolare. Il castello, danneggiato dal terremoto del 1984, stata acquisito dal Comune nel 2006 e destinato ad ospitare eventi culturali secondo un progetto di recupero in fase di attuazione.
Negli ultimi anni, la Soprintendenza ai Beni Archeologici ha condotto, in località Colleciglio, diverse campagne di scavo, che hanno portato al rinvenimento di molte tombe risalenti ad un periodo che va dal VII secolo a.C. al IV secolo a.C., molte delle quali già violate da scavi di clandestini. Le sepolture più antiche, situate all'interno del campeggio "Colleciglio", sono per lo più del tipo a cassa di lastre di pietra calcarea o a fossa terragna con disposizione anulare e a tumulo per molti versi analoga a quella riscontrata nelle necropoli di Alfedena e Val Fondillo. Tale disposizione, che definisce una relazione precisa tra le tombe, ha fatto ipotizzare l'esistenza di una qualche relazione, probabilmente di tipo familiare. Le tombe sono rivestite da lastre di pietra locale sui quattro lati e sono chiuse in alto da una o più lastre dello stesso tipo. Sulla lastra di chiusura è generalmente presente un'olla di produzione locale sormontata da una pietra o piccola lastra oppure, in alcuni casi, da un'anforetta. Per i corredi è da segnalare la presenza di ceramica d'impasto di produzione locale e di vasellame d’importazione in bucchero nero, il rinvenimeno di dischi-corazza a decorazione incisa con episema figurato, di vasellame metallico di importazione (bacili bronzei con orlo perlinato), di pugnali con elsa a corolla e di ornamenti femminili probabilmente da parata, le cosiddette châtelaine. In alcune delle tombe più recenti, datate al IV-V secolo a.C., è stato rinvenuto l'abbinamento tra cinturone di bronzo e skyphos tipico della cultura sannitica.
Orario:
10:00 - 13:00
15:00 - 19:00
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